FATWA CON TRO IL CALCIO: GIOCO INVENTATO DA EBREI INFEDELI

In tutto il mondo arabo è stata messa alla ribalta la notizia di una fatwa contro il calcio emessa dal muftì saudita Abdullah Al-Opecan, ripresa da diversi organi di stampa e siti di informazione. Tale decreto religioso vieta in sostanza ai musulmani di giocare a pallone secondo le regole occidentali. Vietati tra le altre cose l’utilizzo dei termini inglesi del calcio, come foul, penalty kick, corner kick, goal, dei diffusi epiteti italioti, tra cui spiccano arbitro cornuto, Juve ladra, Moratti, l’uso delle linee per tracciare i limiti del campo, delle maglie che caratterizzano la squadra, della durata regolamentare scandita in tempi di 45 minuti e altri elementi caratteristici, perché decisi da “non credenti”, “ebrei” e “infedeli”.
Inoltre, «se qualcuno segna un gol, non bisogna correre verso di lui e abbracciarlo, baciarlo o palpeggiarlo nelle parti intime, nè gioire perchè questo è quello che fanno gli americani, i francesi. e i tifosi juventini. Insomma, non avete bisogno di queste cose perchè il vostro goal è chiaro», ha proseguito Al-Opecan. Il mufti ha poi affermato che non ci devono essere giocatori designati come riserve, ma i calciatori devono cambiare il loro ruolo quando uno è stanco.
Sempre in ambito calcistico, ieri la polizia religiosa in Arabia Saudita ha dichiarato guerra ai giocatori stranieri che amano tatuarsi il corpo.
Alla base del provvedimento, racconta il quotidiano "Sabq", c'è l'episodio in cui è rimasto suo malgrado coinvolto nei giorni scorsi il giocatore colombiano dell'al-Nasr, Juan Pablo Pino. Il giovane 27enne era stato arrestato dalla polizia religiosa, mentre si trovava in un centro commerciale con sua moglie incinta, per aver mostrato in pubblico i suoi numerosi tatuaggi sulle mani e le spalle.
L'uomo verrà lapidato pubblicamente, insieme alla moglie(si è appurato essere una lontana cugina di Shakira), nello stadio Al Maktoum Stadium(19.000 posti) con palloni di calcio riempiti di chiodi e pietre appuntite.
Il decreto del muftì è apparso sul giornale saudita Al Watan nei primi di gennaio del 2014 dove c’è anche il commento critico di un ulema.