LASCIA IL COMPUTER ACCESO E SI RITROVA L'ACCOUNT DI FACEBOOK OCCUPATO DA UNA FAMIGLIA DI IMMIIGRATI

MILANO - Brutta avventura per un utente di Facebook, il signor Toledo Brambilla, che ha lasciato il computer acceso per andare a fare un controllo in ospedale, al suo rientro ha trovato un’intera famiglia di immigrati che occupava il suo profilo nel famoso social network.
I FATTI
Erano da poco passate le 08:00 del mattino quando il signor IBrambilla, si è recato all'Ospedale San Raffaele per fare le solite analisi di routine per il controllo della glicemia.
Rientrato a casa si è messo al computer, che aveva lasciato acceso per scaricare un film di Edwige Fenech, ed ha scoperto il tragico fatto.
Sentiamo dalle sue stesse parole quello che in sostanza è accaduto:
Al mio rientro ho notato che non riuscivo ad accedere al mio profilo Facebook nonostante il nome utente e la password fossero esatti. Ho controllato cosa fosse successo utilizzando l’account di mia moglie, meravigliato ho visto che un’intera famiglia di immigrati marocchini si era impossessata del mio profilo. La mia bacheca era piena di messaggi, alcuni dei quali parlavano di jihad, altri di come vivere senza lavorare, altri ancora riportavano modi per truffare l'Inps, erano presenti anche ricette di cucina e filmati piratati di Lino Banfi”.
UTILIZZANO IL MIO ACCOUNT PER MANDARSI POKE
Quattordici bambini, due genitori, il nonno, la nonna e quattro zii, secondo il racconto del signor Vaccari, mandano “poke” dal suo profilo destinati agli amici ed alle probabili vittime, molto utili in caso di assenza di risposta per sapere se gli appartamenti sono vuoti.
Ho mandato un’email al centro assistenza di Facebook ma mi hanno detto di rivolgermi all’ufficio immigrazione” lamenta il Barmbilla disperato.
Intanto l’account dell’uomo è arrivato a 5.000 amici, appaiono nella bacheca anche annunci che inneggiano l'ISIS
L’ISPETTORE DELLA POLIZIA POSTALE
Giorgio Zanotti Grimellini, ispettore della polizia postale è l’uomo che ha raccolto la denuncia del Barmbilla: “Purtroppo possiamo fare poco, noi li mandiamo fuori e loro poco dopo ritornano. Ci stiamo comunque attivando su territorio per divulgare queste forme di furto informatico, appena riusciremo a riprendere possesso dei nostri account…”