REGGIO CAL:ANZIANO SI FERMA AL DISTRIBUTORE PER GONFIARE UNA BAMBOLA GONFIABILE.

E' una bella giornata di fine inverno a Catona, periferia nord di Reggio Calabria. Le telecamere di sorveglianza di un distributore di carburante sono puntate in direzione per evidenti questioni di sicurezza e per evitare ladri del pieno. Mai si era vista una cosa del genere...

PERU': CATTURATA ENORME ANACONDA TERRORE DEL RIO DELLE AMAZZONI

Il 20 agosto 2014 una straordinaria notizia giunse dalla foresta amazzonica Peruviana: centinaia d'abitanti di Nueva Tacna, sul Rio delle Amazzoni, erano rimasti sconvolti dal passaggio di un serpente lungo circa 27 metri e largo 4 che, attraversando l'abitato, aveva travolto tutto al suo passaggio e, tuffandosi nel fiume, aveva affondato diverse imbarcazioni. Qualsiasi forma di scetticismo, verso quello che sembrava il frutto di accese fantasie, fu spazzata via dal rifiuto assoluto degli abitanti di Nueva Tacna di tornare nelle loro case senza precise garanzie da parte delle autorità. Così, il 22 settembre motovedette militari iniziavano il pattugliamento di quel tratto del Rio delle Amazzoni, mentre il vice ammiraglio Luis Vargas Cooban, comandante della Regione Navale Amazzonica, il governatore della regione e alcuni giornalisti sorvolavano la zona in idrovolante. Qualunque cosa fosse passata di lì aveva lasciato una spaventosa traccia attraverso il centro abitato, mentre i relitti delle imbarcazioni affondate ne testimoniavano la via di fuga.
Fortunatamente il 5 marzo scorso, un gruppo di volontari capeggiati dal ex combattente Tonzio Martinez è riuscito a catturare questo gigantesco esemplare(foto) facendo tornare un pò di tranquillità nelle comunità locali.
Dal momento della sua prima apparizione, alla sua cattura, sono scomparse nella zona oltre 360 persone.
 
 

SCARAFAGGI INVADONO LE SPIAGGE ARGENTINE:DECINE DI MORTI

L'invasione di scarafaggi che sta colpendo le spiagge argentine di Mar de Ajo, a 50 chilometri da Buenos Aires, sta assumendo dimensioni bibliche, tanto da far dire a una parte della popolazione che questo è un segno che anticipa la fine del mondo. Scene da film dell'orrore, che lasciano residenti e turisti senza fiato: chilometri di costa ricoperti da un tappeto nero di insetti in movimento che attaccano e divorano ogni cosa che si muova, dai gabbiani, alle foche, fino agli esseri umani. Due scienziati dell'Università di Cordoba, inviati dal Ministero dell'Ambiente per studiare il fenomeno sono stati  letteralmente mangiati dagli insetti e le autorità hanno recuperato solo le ossa. Anche numerosi pescatori di mitili risultano al momento dispersi e la Protecion Civil pensa che siano stai vittime degli scarafaggi. Sui social media, oltre a coloro che parlano di "sinistro avvertimento di imminente castigo divino" e sostengono che "la fine dei tempi è vicina... e gli scarabei possono sentirla", c'è chi tenta di trovare una spiegazione scientifica. Come fa un commentatore, che si identifica come "khnagar", secondo il quale si tratterebbe di esemplari della specie Heteronychus Arator, che, presenti su una portacontainer cinese, sarebbero venuti a contatto con agenti nucleari e una volta contaminati si sarebbero accoppiati a dismisura.
Il fatto che al momento si contano già 2 morti ed una quarantina di dispersi.


 

L'INCREDIBILE LEGGENDA DI GIORDANO CALARUZZO, IL CANNIBALE CALABRESE

Giordano Calaruzzo e i suoi figli in azione
Giordano Calaruzzo nacque nel 1763, nel ducato di Sinopoli, a una quarantina di chilometri da Reggio di Calabria.
In quella immensa distesa di castagneti e uliveti secolari, i signori Calaruzzo lavoravano tutto il giorno nei campi e, come loro, il giovane Giordano si dedicò per qualche anno alla coltivazione nella terra del padre.
Il malumore crebbe in quel ragazzo di giorno in giorno, a causa della sua avversione allo starsene per ore a lavorare la terra, oltre che per il poco interesse a svolgere quel compito faticoso e per la passione per la caccia e il gioco d'azzardo.
Così, ancora minorenne, Giordano Calaruzzo lasciò l'abitazione dei genitori senza nessuna destinazione prefissata, cominciando a vivere come un mendicante nei villaggi della zona.
Un giorno conobbe una ragazza di nome Agnese Ruffiani, che come lui si arrangiava per sopravvivere. Tra i due ci fu subito un'intesa basata sul fatto che la indole di entrambi era orientata alle più perverse inclinazioni sadiche e violente, così andarono a vivere insieme vicino al Promontorio di Sant'Elia.
La compagna di Calaruzzo  praticava la stregoneria illudendo parecchie persone del paese con riti che a quell'epoca erano all'ordine del giorno, quando però, qualche mese più tardi, si venne a conoscenza della professione della donna, lei ed il suo compagno furono obbligati a scappare prima di una probabile esecuzione al rogo. La loro nuova "casa" fu  una caverna che era situata sulla costa dell'odierna Costa Viola, l'oggi conosciuta Cala di Janculla.
Questo posto umido e freddo, era pieno di strettoie e passaggi quasi inaccessibili. Oltretutto l'alta marea, che puntualmente arrivava tutti i giorni, impediva a qualsiasi curioso di addentrarsi in quel luogo buio e maleodorante. In qualche modo Calaruzzo e la sua amante si organizzarono alla meglio dentro quel rifugio che per molti anni permise loro di compiere indisturbati delitti atroci a discapito di centinaia di vite umane.

Una delle grotte dove si nascondeva il clan
Senza un lavoro e con una donna da mantenere, Calaruzzo andava girando alla ricerca di qualche mendicante come lui o viaggiatore di passaggio e depredava oggetti di valore e qualche soldo. Alcune volte gli andava bene, perché la vittima era talmente ubriaca da non poterlo identificare, ma in altre circostanze rischiò di essere catturato. Concluse quindi che l'unica soluzione per non essere accusato di furto era quella di uccidere i malcapitati, solamente eliminando qualsiasi possibile testimonianza poteva avere la certezza di farla franca. L'idea fu comunicata alla sua compagna.
In genere Calaruzzo si accertava che la vittima fosse sola, poi la seguiva ad una certa distanza, infine da dietro la colpiva in testa con un grosso bastone, la derubava, e ne nascondeva il corpo sotto la sabbia. Poi, con i soldi del furto, andava nel più vicino villaggio a comprare vino e qualcosa da mangiare.
Per qualche anno la coppia tirò avanti così, ma, con l'arrivo dei primi figli, l'esigenze della famiglia cambiarono radicalmente: la refurtiva non bastava più per sfamare tutti, perciò, di comune accordo, Calaruzzo e consorte decisero che la carne se la sarebbero procurata direttamente dai cadaveri dei viandanti e dei mendicanti.
Nel febbraio del 1783, subito dopo il devastante terremoto che colpì la provincia di Reggio Calabria Calaruzzo  inizio la sua opera di sciacallaggio. Si aggirava di notte tra le macerie dei paesi distrutti e uccideva i superstiti cucinandoli sul posto insieme alla compagna e alla numerosa prole. I cadaveri furono poi portati nella caverna, dove i Beane con una grossa lama, rubata ad un pescatore di Bagnara, aprirono loro il torace, estraendone le viscere. Infine i corpi furono fatti a pezzi: alcune parti vennero conservate in salamoia con l'acqua di mare, altre trattate e appese con dei ganci alle pareti, pronte per essere consumate. Le ossa le accatastarono in fondo alla caverna, facendone dei grandi mucchi, mentre quello che rimaneva veniva gettato in mare in pasto ai granchi e murene.
Col passare del tempo la famiglia si allargò a dismisura, attraverso una serie di incesti, arrivò a comprendere otto figli maschi, sei figlie, diciotto nipoti maschi e quattordici nipoti femmine. Tutti i discendenti di Calaruzzo furono addestrati ad uccidere e abituati a mangiare carne umana.
Un giorno un gruppo di otto frati in pellegrinaggio per il Santuario di San Rocco d'Acquaro, fu accerchiato e attaccato dai membri del clan Calaruzzo e per quelle persone non ci fu scampo. Portati velocemente nella caverna, gli uomini del clan ebbero il compito di smembrarli, mentre le donne si dedicarono alla conservazione, quello che non servì fu come sempre gettato in mare.
Ad un certo punto le provviste di carne umana erano così abbondanti che molte di queste andarono in putrefazione, (possiamo immaginare l'odore insopportabile che ci doveva essere in quella caverna, con tutti quei pezzi appesi ai muri che andavano a male).
Nel frattempo nella zona si registrava ogni anno un'elevata percentuale di persone scomparse,  molte famiglie denunciarono il mancato rientro dei loro cari e le autorità locali cominciarono le ricerche, ma inizialmente le persone interrogate non furono di nessun aiuto alle ricerche dell'abominevole personaggio in grado di far sparire così tante persone.
Il fatto che nessuno sopravvivesse alle aggressioni bestiali della famiglia Calaruzzo fece sì che la stessa riuscì ad operare indisturbata per un lungo periodo di tempo.
Le autorità in ogni caso non si fermarono e continuarono a cercare il responsabile di quello che stava diventando ormai un mistero inquietante; i genitori proibirono ai figli di uscire da soli e si armarono dei più disparati oggetti per difendersi dal possibile attacco di uno sconosciuto, non potendo lontanamente immaginare che dietro a questa terribile vicenda c'era un intero clan assetato di sangue e non solo.
Intanto, pur di dare un nome ad ogni costo all'artefice di questi misfatti, le autorità arrestarono  individui che non avevano nulla a che fare con quegli avvenimenti oscuri, ma che erano stati semplicemente gli ultimi a vedere gli scomparsi. A molti di loro furono estorte dai magistrati delle confessioni fasulle, in seguito alle quali furono messi al rogo o gettati dalla Rupe di Sant'Elia.

Il Cardinale Ruffo che festeggia la cattura
Un giorno, dei pescatori notarono tra le correnti dello Stretto di Messina delle strane cose che galleggiavano in mare, si avvicinarono e quello che videro provocò loro grande orrore e spavento: altro non erano che arti umani in putrefazione che le correnti  avevano spinto per una ventina di chilometri da dove erano stati gettati.
La notizia si divulgò in tutti i paesi adiacenti in pochissime ore. Quello che si spiaggiò sulle rive di Scilla e Cannitello  era indescrivibile, ormai gli abitanti non si sentivano più al sicuro, perché adesso c'era la prova che le persone scomparse sulla loro strada avevano incontrato un vero e proprio demonio, soltanto un mostro poteva osare così tanto.
La zona fu setacciata scrupolosamente da volontari e forze dell'ordine, tutti impegnati per trovare quella bestia che dal tragico terremoto del 1783  terrorizzava la comunità. Ci fu un momento in cui si andò molto vicino a scoprire il nascondiglio dei cannibali, ma l'alta marea ostruiva temporaneamente l'entrata della caverna, inoltre nessuno poteva immaginare che quel luogo cupo e tetro fosse abitato da essere umani.
La fortuna della famiglia Calaruzzo si stava comunque esaurendo e qualche giorno dopo un episodio traumatico mise fine a quell'orrore.
Nel 1799, una coppia di sposi stava ritornando a casa, dopo aver passato la giornata alla festa della Madonna di Bagnara, quando improvvisamente furono attaccati da Calaruzzo e da altri componenti del clan.
L'uomo si difese con tutte le sue forze, grazie ad una spada, ma la moglie cadde da cavallo e fu immediatamente raggiunta dai cannibali, che le tagliarono la gola e le succhiarono il sangue, per poi squartarle il ventre per estrarne gli intestini e altri organi, mentre il marito osservava impotente.
In quel momento arrivarono altri viaggiatori in soccorso alla coppia e la famiglia Calaruzzo, per la prima volta, fu costretta a fuggire, lasciando finalmente un sopravvissuto in grado di raccontare  quello che succedeva nella Costa Viola.
La situazione era talmente importante che anche il Cardinale Fabrizio Ruffo  fu informato dell'accaduto.
Quattro giorni dopo, un esercito di 900 uomini capeggiati dallo stesso Cardinale, accompagnati da cani da caccia inglesi, si avviarono verso il luogo della tragedia. Con loro c'era anche l'uomo che aveva perduto la moglie.
Perlustrarono l'intera zona senza trovare nulla di significativo, ma quando i soldati si avvicinarono alla caverna, i cani cominciarono ad abbaiare in direzione dell'entrata: fu chiaro che qualcosa si doveva nascondere lì dentro.
I soldati entrarono in quel luogo buio e umido e, accese le torce, si materializzò davanti a loro uno spettacolo terribile: appesi con dei ganci molti piedi, gambe, braccia e teste mozzate che penzolavano. Altri pezzi di uomini, donne e bambini conservati in salamoia stipati in un angolo, da un'altra parte un numero infinito di oggetti di valore e indumenti appartenenti alle vittime.
La famiglia Beane fu trovata nella parte posteriore della caverna, ci fu un tentativo da parte dei cannibali di difesa, ma le spade e il numero dei soldati placò subito qualsiasi tipo di resistenza.
Il clan, che con Sawney era formato da 48 membri, vennero portati a Reggio Calabria e successivamente, rinchiusi nella prigione di San Raneri a Messina.
Il giorno successivo, senza un processo, davanti ad una folla impazzita ed avida di vendetta, furono giustiziati in questo modo: agli uomini furono tagliate mani e gambe e i corpi mutilati lasciati  dissanguare in un fosso riempito di granchi scavato nella spiaggia di Catona   davanti agli occhi delle loro donne, mentre le stesse furono bruciate vive in tre roghi separati(Fossa San Giovanni, Scilla e Bagnara).
Prima di essere giustiziati, nessuno della famiglia Calaruzzo  mostrò segni di pentimento, anzi continuarono ad imprecare contro tutta la popolazione ed i loro giustizieri.
Con il passare dei secoli, questa storia incredibile è stata tenuta segreta, uno dei simboli di un epoca, quella medievale, dove, tra cacce alle streghe e torture d'ogni tipo inflitte ad innocenti, poteva accadere qualsiasi cosa, anche di vedere una famiglia come quella di Calaruzzo che per un quarto di secolo massacrò e divorò un imprecisato numero di persone, qualcuno sostiene addirittura cinquecento.

PRESTITO SPECIALCASH POSTEPAY, IDEATO PER LE FAMIGLIE IN DIFFICOLTA'

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BENVENUTO MEDIOEVO:ADDIO LAVORO, RISPARMI E CASA DI PROPRIETA'

Ci hanno abituato a pensare che il lavoro stabile sia anacronistico, una dimensione nostalgica e inadatta alle dinamiche del Terzo Millennio (il Jobs act legalizza il precariato permanente e il licenziamento arbitrario). Fatevene una ragione ci hanno detto. E ce la siamo fatta.
Ci stanno abituando a pensare che il bail-in sia una cosa buona e giusta (tradotto: le banche perdono giocando d’azzardo, i clienti pagano il conto, tutto a norma di legge). E ce ne stiamo facendo una ragione.
E ora vogliono abituarci a vivere tutti in affitto. Anzi: a considerare una fortuna riuscire a pagare un affitto, così come ormai si considera un privilegiato chi riesce a raccattare qualche voucher. E, a quanto pare, ce ne faremo una ragione.
Eppure lavoro, risparmio privato e casa di proprietà sono stati i pilastri portanti della classe media per decenni. Di più, sono stati i pilastri di quel poco di democrazia che abbiamo avuto: senza diritti sociali, la democrazia diventa un vuoto simulacro che fa da paravento aun’oligarchia di fatto. Oggi stiamo assistendo passivamente allo smantellamento di questi tre pilastri, una devastazione lenta, sistematica e tenace, che noi accettiamo come lobomotizzati.
Il governo Renzi sta agevolando l’esproprio delle case da parte delle banche (vedi l’atto n.256: bastano sette mesi non pagati, anche non consecutivi, per far finire la casa all’asta) e, con le condizioni stabilite per il prestito ipotecario vitalizio,  alla morte del beneficiario over 60 gli eredi potrebbero ritrovarsi sul groppone costi insostenibili (con tanto di reintrodotti anatocismo epignoramento della prima casa), perdendo il possesso della casa.
 
Il nuovo mondo si preannuncia così: niente diritti sul lavoro, niente risparmi, niente pensioni, niente casa di proprietà.
 
Al posto dei diritti, avremo qualche elemosina di Stato (probabilmente le chiameranno “misure umanitarie”) elargita ai più poveri fra i poveri, almeno sulla carta, per garantire quel minimo indispensabile di tenuta sociale.
 
La nuova classe media sarà un esercito di braccianti  che vivono alla giornata.
 
In tre parole, saremo tutti SERVI DELLA GLEBA.
 
In una parola, Medioevo.
 

TELELAVORO: GUADAGNARE 40 EURO AL GIORNO ONLINE

GUIDA PER GUADAGNARE SU NEOBUX

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Adesso contiamo i nostri guadagni giornalieri: Mettiamo che su 15 referrals in un giorno mi cliccano solo la metà, diciamo 7 referrals. Il calcolo viene fatto facendo 0.02$ per ogni referral che clicca, quindi: 0.02$ x 7= 0.14$ al giorno, togliendo però 7x0.0062=0.04$ di autopay. Quindi avremo un guadagno netto di 0.10$ al giorno!...
Se poi un referrals è inattivo, non clicca, lo potremo cambiare pagando 0.07$, che ci verrà sostituito con uno nuovo, che si spera sia attivo. Consiglio di riciclare i referrals se per 5 giorni non cliccano.
Dopo una settimana potremo compare altri referrals:
del nostro primo investimento erano rimasti 1.7$ meno diciamo 0.20$ per ricicli… in tutto abbiamo 1.50$ (primo investimento) + 0.70$ (guadagno in una settimana dei nostri referrals). Abbiamo 2.20$ da investire e ci compriamo il pacchetto da 5 referrals (1.1$).
Adesso disponiamo di 20 referrals, e seguendo gli stessi calcoli, ipotizzando che solo la metà clicchino, abbiamo:
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Eseguiremo lo stesso procedimento tutte le settimane fino ad avere 300 referrals…
Ricordo che il sito offre ottimi strumenti per controllare lo stato dei referrals !!!

UPGRADE:
Quando ci iscriviamo noi siamo membri “standard”, e possiamo avere al massimo 300 referrals. Una volta raggiunti i 300 referrals da standard, aspettiamo di guadagnare attraverso i nostri referrals 90$, così potremo diventare membri GOLD. I membri gold hanno 9 pubblicità fisse al giorno del valore di 0.01$, perché NON DIMENTICHIAMO CHE PER GUADAGNARE CON I PROPRI REFERRALS BISOGNA CLICCARE OGNI GIORNO LE PROPRIE 4 PUBBLICITà!!!
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Ovviamente per arrivare a quelle cifre ci vorrà tempo, ma io ho scritto una guida in cui si investe solo 5$ (meno di 5€)… più si investe più in fretta si arriva a quelle cifre !!
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IN COMA UN FAMOSO SPORTIVO ITALIANO:NOMI E DETTAGLI

L’incidente è stato collettivo: a una trentina di chilometri dal traguardo sono caduti: Malori, Nairo Quintana, Dani Moreno, Michele Scarponi e Valerio Agnoli. Fra i più malconci proprio Malori, che ha anche perso conoscenza per alcuni istanti ed è stato trasportato in ospedale. Quintana, vincitore del Giro d’Italia 2014, invece, se l’è cavata con qualche ammaccatura. La caduta sarebbe stata causata da Malori che forse ha urtato qualcosa, finendo a terra.
Adesso lo sportivo è in coma farmacologico e ha riportato una frattura alla clavicola destra. 
La tappa è stata vinta dall’argentino German Tivani, quarto Elia Viviani. La generale è guidata da Eduardo Sepulveda, seguito da Dayer e Nairo Quintana.
 

COME GUADAGNARE SOLDI PILOTANDO DRONI

Siete piloti di droni e vi piacerebbe guadagnare un po' di soldi usando il vostro velivolo? Oppure volete avviare un'attività basata sulle riprese aeree tramite quadricotteri e vi piacerebbe promuovere online i vostri servizi? Ora potete farlo, grazie al sito web idronisti.it. Tutto nasce da Federico e Dario Pironi, fondatori del sito idronisti.it e dell'omonima startup, anche se l'ispirazione arriva dalla versione a stelle e strisce di questo progetto: droners.io.
Il concetto base è la creazione di una piattaforma per offrire servizi con i droni a potenzali clienti.
Basta andare sul sito e registrarsi, dopodiché i piloti (in possesso dei requisiti ENAC) potranno offrire i propri servizi, mentre i potenzali clienti potranno consultare i vari profili, osservare una demo dei lavori e contattare i piloti per spiegare le proprie esigenze. Una volta inviata la richiesta il pilota potrà decidere se rispondere, proponendo una quotazione.
I servizi offerti spaziano dalle riprese aeree per un matrimonio alla mappatura di precisione di un terreno agricolo, con tutto ciò che passa in mezzo fra questi due estremi.
"L'idea è arrivata cercando un drone che potesse fare delle riprese per un annuncio immobiliare; vedendo che non c'era un sito web specifico che raccogliesse piloti e aziende di droni per metterli in contatto con i clienti, abbiamo pensato di farlo noi", spiega Dario Pironi in un'intervista con Il Sole 24 Ore
Per ora i numeri sembrano incoraggianti: un centinaio di piloti iscritti e una cinquantina di aziende e di singoli utenti interessati al servizio. L'obbiettivo iniziale dei fondatori del sito è di cominciare a crescere in Italia, per poi approdare in altri mercati europei. 

REGGIO CAL:DISTRIBUTORE AUTOMATICO VENDE GASOLIO A 0,199 CENT, CODA DI 12 KM PER RIFORNIRSI

REGGIO CALABRIA– Yacine Moussafi, immigrato algerino dipendente in nero di un distributore di carburante gestito da pachistani,  ha aperto la stazione di servizio come ogni mattina. L'uomo tornava da una nottata all'insegna di alcool e prostituzione passata nella centralissima Piazza Garibaldi e, a causa dell’alto tasso alcolemico, ha erroneamente cambiato il prezzo del distributore di benzina sito fra l'incrocio di via Ortì e Via Roma portandolo da 1,199 a 0,199 centesimi invece di aumentarlo come gli viene ordinato ogni mattina.
In poche ore la voce si è sparsa per la città ed essendo un distributore automatico si è formata una coda fino all'uscita di Cardinale Portanova bloccando anche l’uscita dell’autostrada. Si sono verificate numerose risse in prossimità del distributore di gente che saltava la fila per rifornirsi(sembra di etnia Rom) e sono intervenuti i carabinieri mettendolo sotto sequestro.
Il dipendente algerino è stato rintracciato nella vicina moschea a pregare in direzione di La Mecca.
Scattata la denuncia all'Inps per i titolari.
 

BALOTELLI SHOCK:FACEVA LA PIPI' NELLE SCARPE DEI COMPAGNI

L’ex giocatore di Inter e Chievo, Kerlon “Foquinha” ha svelato un curioso retroscena su Mario Balotelli. Il brasiliano, racconta in un’intervista a Espn Brasile di Super Mario: “Balotelli? Ragazzo straordinario, ma faceva delle cose assurde. Ad esempio? Faceva la pipì negli scarpini dei compagni di squadra … Aveva l’abitudine di arrivare prima di tutti nello spogliatoio per poi fare la pipì negli scarpini dei compagni di squadra -racconta Kerlon- Questa cosa faceva infuriare Materazzi, ma non si arrabbiava veramente. Trattava Balotelli come un fratello minore. Non ho mai visto un ragazzino di 18 anni fare quello che faceva Mario. Non aveva paura di nessuno, neanche di due senatori come Julio Cesar e Maicon. Però tutti gli volevano bene. Al massimo gli davano uno schiaffetto e dicevano: “Cosa ci vuoi fare? Balotelli è fatto così”. Sembra che una volta abbia urinato dentro un paio di scarpe Prada da 1500,00 € di Samuel Eto'o nell'intervallo di un Sampdoria-Inter, ma non ci sono conferme sull'accaduto.
 

LE CASCATE DELLE MARMORE:PERLA DELL'UMBRIA

Quando ci si avvicina alla cascata delle marmore, ci si aspetta di vedere un paesaggio naturale vittima dello scempio della mano dell’uomo, come spesso avviene e ci capita tristemente di esserne testimoni.
Appena giunti in questo piccolo angolo di paradiso, invece, ci si accorge ben presto che non è così.
A pochi chilometri da Terni città, si accede in una bella area naturalistica, che è il sapiente frutto della mano dell’uomo, volta a utilizzare le acque del fiume Nera, che a sua volta riceve dal Velino, per produrre energia, ma anche per preservare la natura e le specie sia vegetali, sia animali.
Basti pensare, che le cascate sono uno dei principali rifugi e habitat di uccelli quali il martin pescatore, la gallinella d’acqua e l’usignolo, oltre che riserva di specie della macchia mediterranea, di varie alghe e della felce, pianta tra le più antiche presenti in natura.
Le cascate hanno ben cinque percorsi di trekking, di diversa difficoltà, e due accessi: uno dal belvedere superiore, coincidente con la prima cascata, e quello inferiore, da cui si gode la veduta di quasi l’intero complesso naturalistico.
In sintesi, il sentiero n.1 parte dal Centro direzionale didattico del Giardino Botanico che si trova nell’area escursionistica del Belvedere inferiore ed è molto impegnativo.  Più facile e breve è il sentiero numero 2, che consente di arrivare a stretto contatto con la cascata. Il terzo sentiero è il luogo ideale per guardare i canyon scavati nella roccia dalle acque del fiume Nera e le sue confluenze con il fiume Velino. Il sentiero n.4, o sentiero di Pennarossa, è il percorso ideale per scattare le foto e i video migliori della cascata (ve ne proponiamo uno anche noi alla fine dell’articolo, girato proprio là). Lungo il quinto sentiero, è possibile scorgere la valle del fiume Nera e vari pozzi artificiali.
E’ importante premunirsi di scarpe da trekking e di abiti impermeabili, poiché, sia nei percorsi, sia nei percorsi sia nel belvedere, si cade facilmente “vittime” degli schizzi d’acqua, che la cascata data la sua stessa natura, produce in enormi quantità.
La cascata ha orari di apertura e chiusura, sia del parco che delle acque, legate strettamente alla produzione di energia e all’alternanza delle stagioni.

GARDA:PRESO ENORME PESCE GATTO CON NELLO STOMACO UNA MACABRA SORPRESA

Davide Maroni stava pescando in una spiaggia tra Torbole e Riva del Garda, quando ha fatto una pesca eccezionale:un gigantesco pesce gatto della straordinaria misura di 3,70 metri e del peso di quasi 210 kg. Ma la loro euforia è stata bruscamente interrotta quando hanno aperto il ventre dell'animale. Tra una grande quantità di pesce semi digerito, hanno scoperto una vecchia medaglia di metallo risalente alla Repubblica di Salò, nonché decine di frammenti di ossa umane.
Il pescatore visibilmente scosso ha chiamato le autorità che hanno aperto un'inchiesta per determinare l'origine dei resti. L'esame delle ossa, effettuato dai RIS, ha permesso di stabilire che essi appartenevano ad  un uomo caucasico poco più che trentenne, morto molti decenni prima. I biologi che hanno esaminato il pesce, da parte loro, hanno confermato che l'enorme esemplare era di età compresa tra i 90 e i 110 anni, che lo rende uno dei più antichi esemplari di pesce gatto mai pescato in Europa. Ulteriori analisi dei manufatti e delle ossa hanno rilevato che essi sono stati ingeriti presumibilmente intorno al 1944, e sono appartenuti probabilmente ad un sottoufficiale della Repubblica Fascista di Salò. Il team dei Ris, esperti di medicina legale, non hanno potuto stabilire, tuttavia, se l'uomo sia stato ucciso dal pesce gatto o se era già morto quando è stato divorato dall'animale. "Abbiamo solo pochi frammenti di ossa, e gran parte dello scheletro è mancante- dice il capitano dottor Fabio Martinelli - Non abbiamo prove sufficienti per determinare la causa della morte, ma siamo quasi certi che le ossa sono quelle di un sottoufficiale fascista. Abbiamo trovato una medaglia, un gemello della stessa uniforme ed un cappello. Purtroppo gran parte delle ossa e dei manufatti sembrano essere stati evacuati naturalmente dal pesce nel corso degli anni e il DNA nelle ossa è stato danneggiato dai succhi gastrici, quindi un'identificazione formale è impossibile al momento.