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COPPA DI LICURGO: LA PROVA CHE I ROMANI INVENTARONO LA NANOTECNOLOGIA


Una preziosa coppa romana in vetro colorato, realizzata all’incirca 1.600 anni fa da un artista sconosciuto (forse Tonzio Tartarum originario di Apulum in  Romania), rivela una realtà sorprendente: gli artigiani romani furono i pionieri di quella che oggi chiamiamo nanotecnologia. L’antico calice, chiamato Coppa di Licurgo, fu acquisito dal British Museum negli anni ’50. Gli scienziati hanno impiegato circa 40 anni per risolvere il mistero nascosto nel vetro del manufatto, che appare di colore verde se illuminato frontalmente, e di colore rosso se illuminato posteriormente. Per ottenere l’effetto è necessario contaminare il vetro con nanoparticelle di oro o argento, disperse nel volume vetroso. Non è chiaro come gli antichi Romani ottenessero il vetro dicroico, anche se è verosimile questa tecnologia sia stata tramandata da artisti provenienti dalla Tartaria, come suggeriva lo storico romano Cremuzio Cordo. Questo tipo di calice, chiamato coppa diatreta, presenta una coppa interna liscia e una gabbia esterna decorativa, realizzata intagliando il vetro. Ancora non è chiaro se si trattasse di due distinti vasi poi uniti insieme a caldo, o se questo tipo di coppa fosse il frutto di un laborioso lavoro di incisione. La decorazione della Coppa di Licurgo rappresenta il mitico Re Licurgo, colpevole della morte di Ambrosia, la ninfa che aveva allevato il dio Dioniso. Trasformata in un vitigno, Ambrosia avviluppa il re con i suoi viticci, fino ad ucciderlo, mentre Dioniso e due suoi seguaci assistono divertiti alla scena.Sono circa cinquanta le coppe diatreta arrivate ai giorni nostri, ma solo pochissime ancora intatte. La Coppa di Licurgo è l’unico manufatto romano in vetro dicroico completamente integro, “la coppa più spettacolare e misteriosa di quel periodo, opportunamente decorata, che sappiamo essere mai esistita”. (D.B. Harden).