Non si arrestano le polemiche sul Jobs Act dopo l’accelerazione impressa dal premier Matteo Renzi nelle ultime ore. Se già nei giorni scorsi la riforma aveva causato uno scontro frontale con i sindacati, oggi il rischio è che la discussione si incendi, accentuando la spaccatura tra le parti sociali, ma anche quella interna al PD con la numerosa frange guidata dai bersaniani pronta a scendere sul piede di guerra. Motivo di tanta tensione è la norma che introduce la possibilità per il datore di lavoro di licenziare un dipendente tramite Twitter.
Renzi si è detto sicuro che l’uso del noto social network velocizzerà non poco le pratiche di fine lavoro, permettendo così al dipendente licenziato di approdare in fretta a uno dei tanti nuovi lavori che lo attendono. “E poi basta con queste espressioni arcaiche come ‘licenziamento’ – ha aggiunto Renzi – da oggi si dirà che i lavoratori verrano ‘defollowati’”.
Critica la Cgil che per bocca di Susanna Camusso invita il premier a fare un passo indietro: “E’ un attentato alla dignità dei lavoratori, si usi almeno il Messaggio Privato!”.
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