
Ma qual è la vera storia di questo lama? Khambo Itighelov, rispettato Bancho Lama della comunità buriata, ricevuto anche a corte dall’ ultimo zar, nel 1926 disse ai suoi discepoli a lasciare il paese perché tutto il loro mondo stava per essere travolto. Lui tuttavia restò, ma morì l’anno successivo promettendo di tornare. Il monaco inoltre raccomandò di riesumare il suo corpo dopo una ventina d’anni. Fu preso in parola, ma le prime riesumazioni, eseguite probabilmente in totale segreto, in pieno regime, non furono divulgate, mentre quella del 2002 ha avuto una grande visibilità mediatica e anche un servizio fotografico, per attestare come a 75 anni dalla morte il lama fosse perfettamente integro. Oggi il lama viene esposto durante le feste religiose con la possibilità di vederlo previa autorizzazione, ma non fotografarlo. E’ tenuto chiuso in un piccolo tempio dedicato, circondato dalle offerte, dai paramenti e dalle immagini votive tradizionali, vestito come ogni monaco di giallo zafferano e porpora, , protetto da una teca di cristallo. E’ seduto a gambe incrociate e ha la testa china, gli occhi e la bocca chiusi. Nella luce debole della stanza sembrano intravedersi i bulbi oculari dietro le palpebre chiuse che da un momento all’altro qualcuno si aspetta possa aprire.