11 apr 2018

DECISIONE SHOCK:IL CONGRESSO USA ORDINA LA CHIUSURA DI FACEBOOK

No, anche se chiude Facebook non è una tragedia. Continuerete a vivere lo stesso, ad avere gli stessi amici, il vostro lavoro e i vostri vizietti sessuali solitari. Anzi, tutto potrebbe persino essere migliore. Tutto questo non è una finzione o una bufala, ma è una decisione del Congresso USA, dopo l'udienza del fondatore di Facebook Zuckenberg che ha consentito a Cambridge Analytica di trafugare tutti i nostri dati, anche quelli che sembravano più nascosti e persino le informazioni sulla rete degli amici. I motivi che hanno portato a questa drastica decisione il Congresso Usa sono diversi ed eccoli elencati nel dettaglio:

Motivo 1: la privacy

Sappiamo bene che ogni volta che postiamo qualcosa su Facebook, questo diventa di portata pubblica. A meno che non si impostino tutti i parametri possibili per limitare al massimo la diffusione, testi, foto e video diventano subito ricercabili online e impressi nella pietra digitale. Cancellare una frase di troppo non è nemmeno una soluzione definitiva visto che basta uno screenshot per dare ai posteri memoria di un pensiero affrettato, condiviso con poca attenzione o nessun ragionamento.
Questo è quanto dipende dalla nostra volontà ma c'è un sottobosco di movimenti e operazioni nascoste di cui nemmeno ci rendiamo conto e che rischiano di far arrivare ad aziende e partner esterni tutto quello che riguarda il nostro profilo, in assenza di qualsiasi sospetto. Tramite l'app thisisyourdigitallife, Cambridge Analytica si arroccava il diritto di accedere alle informazioni basilari dei navigatori, vendendole anche a società private di servizi segreti.

Motivo 2: la dipendenza

Non parliamo di quella evidenziata dai medici ma di azioni concrete, che ogni giorno si ripetono, in continuazione. C’è chi controlla l’app appena sveglio, chi mentre si lava i denti, chi guida, chi è sul treno, chi sulla metro, chi è al lavoro o mentre mangia. Facebook crea dipendenza, non è un mistero.
Guardiamoci allo specchio e proviamo ad ammettere il contrario. Prima di gestire la nostra personalità digitale, Zuckerberg ha cominciato a manipolare il nostro tempo e la nostra mente, facendo diventare automi il 30% degli utenti, specialmente quelli con bassa scolarizzazione.

Motivo 3: aumenta il divario sociale

In principio era una piattaforma aperta a tutti, dai dipendenti ferroviari, ai presentatori televisivi, al disoccupato alla pornostar di youporn. Poi è arrivata Mentions, l’app dedicata ai personaggi pubblici. La scusa è quella di semplificare la comunicazione tra questi e i fan, con le dirette video (aperte poi a tutti), i sondaggi, i filtri sui commenti, le sessioni di domande e risposte.
Eppure la sensazione è che in questo modo si ricrei quello stesso scalino tra utente medio e celebrità che si vive già in altri contesti: al cinema, allo stadio, durante un concerto; “lui” è sempre quello che sta da una parte del mondo con la folla che lo segue da lontano.

Motivo 4: mente sulle amicizie

Diciamo la verità: gli amici che abbiamo online sono quasi tutti falsi. Secondo una ricerca condotta dalla commissione straordinaria sui social istituita dal Congresso, su una media di 150 contatti, solo 20 possono essere considerati amici , 4 persone strette ed un profilo è falso creato da agenzie ad hoc per monitorare i nostri "movimenti social".

Come si procederà alla cancellazione

La strada che sta dettando il Congresso USA è quella della rimozione definitiva, dalla quale non si torna indietro. Per effettuarla serviranno circa 90 giorni per veder sparita ogni informazione postata su Facebook. Secondo le unioni consumatori ogni utente potrà avere un risarcimento per danno biologico che andrà dai 500 ai diecimila euro che dipenderà dal numero dei post pubblicati negli ultimi 5 anni e dal numero di ore utilizzato giornalmente.

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