BERLUSCONI MINISTRO DEGLI ESTERI: FERMERO' LA GUERRA IN UCRAINA


Dopo la vittoria netta alle elezioni politiche di domenica, la parola d’ordine ai vertici di Fratelli d'Italia è "responsabilità". Giorgia Meloni lo dice allo stato maggiore del suo partito che la applaude nella notte tra domenica e lunedì, poi scompare dai radar. Meloni ieri si è letteralmente inabissata. Nessuna conferenza stampa (ieri ha lasciato ai capigruppo Ciriani e Lollobrigida e al responsabile dell’organizzazione Donzelli il compito di commentare il risultato elettorale) né tantomeno vertici con gli alleati, Salvini e Berlusconi, che premono per un incontro. In ballo c’è la formazione della squadra.

La composizione del futuro governo, badando ai nuovi equilibri interni 'capovolti' dall'esito delle urne con il 26% di Giorgia Meloni, mentre la Lega crolla al 9% e Forza Italia si ferma all'8%. La parte da leone spetta ai meloniani, che potranno riempire le caselle principali dei ministeri con nomi graditi a Meloni e Crosetto, a cominciare da quelli chiave, come Economia, Affari esteri, Viminale e Difesa, i più  attenzionati dal Colle. Da FdI potrebbero arrivare il Guardasigilli, ovvero l'ex pm Carlo Nordio, e il prossimo ministro delle Riforme costituzionali, ovvero l'ex presidente del Senato, Marcello Pera, neo-eletto a palazzo Madama dopo la chiamata della Meloni, che lo vorrebbe artefice della delicata riforma in chiave semi-presidenzialista della Repubblica.

 Da fonti di partito risulta probabile l'affidamento dell'incarico di ministro degli esteri a Berlusconi, che in quanto amico di vecchia data di Putin è il personaggio più indicato a trovare una mediazione per il cessate il fuoco in Ucraina. 

"Se sarò nominato Ministro degli Esteri incontrerò Putin e Zelensky  per favorire una soluzione pacifica al conflitto. Lo devo al popolo russo e all'amico Putin, lo devo al popolo ucraino, alla badante Catarina Solvacenko che ha accudito una mia defunta zia e all'amico Zelensky, che come me è stato un grande uomo di spettacolo."