Che Giuliana Sgrena, la donna per la quale il dottor Calipari ha dato la vita, non sia mai stata un mostro di simpatia è scontato. Ma che continui a fare la doppia parte di vittima e di eroina è intollerabile. Questo atteggiamento, un mix di prevaricazione e di supponenza, non è passato inosservato e la Sgrena è diventata subito un bersaglio del popolo del web, un popolo difficilmente condizionabile dalle regole del politicamente corretto imposto dai salotti della sinistra nostrana.
Le parole pronunciate sui marò pesano ancora come pietre, non possono essere cancellate con un colpo di spugna. Veniamo ai fatti. Dopo la vicenda tragicomica di Luxuria in Russia, la Sgrena ne ha approfittato per mettersi in mostra: «È sciocco ma ancor più umiliante che Vladimir Luxuria, nella sua disavventura russa sia stato paragonato al caso dei due marò, cosa che mi lascia totalmente basita....Aggiungerei inoltre che sono stanca io stessa di venir sempre paragonata al caso dei militari italiani. Sia io che Vladimir infatti non abbiamo nulla da spartire con questi due individui, noi eravamo in missione di pace. Vladimir poi, che conosco bene, è persona di pace e andava semplicemente a far valere dei diritti dei gay. I tanto decantati marò invece sono due assassini che devono ancora essere giudicati per un reato grave di cui l’Italia, colpevolmente, non vuole farsi carico. È vergognoso che due delinquenti ci vengano affiancati in maniera così ossessiva». Inutile aggiungere altro...
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