Keigo Sakamoto, 58 anni, è un eroe vivente dei nostri tempi. Ha sfidato apertamente l'ordine di lasciare le contaminate terre di Fukushima, devastate dal terribile incidente nucleare dell'11 marzo 2011, per prendersi cura degli animali abbandonati.
Dove abitavano trecento mila persone, è rimasto solo lui e la sua incredibile fattoria. Nella sua casa, che si trova nella zona rossa vicino a Naraha, nella prefettura di Fukushima, ne ha accolti oltre 700. A regalarci la sua storia è il fotografo Reuters Damir Sagolj, che ha visitato città e villaggi abbandonati e incontrato persone la cui vita è irrevocabilmente cambiata dal giorno indimenticabile del disastro.
All'interno della zona rossa intorno all'impianto, Sagolj ha trovato scene paragonabili a "The Walking Dead". Ha visto persone con la pelle in decomposizione che vagavano azzannando tutto ciò che si muoveva, come iene affamate su carcasse di animali in putrefazione (secondo gli ultimi dati si contano circa 1421 umani altamente contaminati, alla ricerca ossessionata di carne preferibilmente umana). Ma in mezzo alla carneficina e alle case deserte, una luce, una speranza, la vita. C'era un uomo che aveva sfidato il pericolo. Il suo nome è Keigo Sakamoto, un agricoltore ed ex dirigente della Tepco, considerato un pazzo da alcuni e un eroe da altri.
Sakamoto ha rifiutato di evacuare ed è rimasto nelle sue terre contaminate, facendo degli animali la sua missione. In questi anni si è avventurato in città e villaggi vuoti e ha raccolto una vera e propria Arca di Noè, con cani, gatti, conigli, polli, iguane, e persino una tigre, tutti abbandonati dagli ex proprietari quando hanno lasciato la zona.
In questo mondo post apocalittico dove la radioattività ha trasformato gli uomini in zombie, Sakamoto è la luce che illumina il futuro dell'umanità.