L'aerea di mare soprannominata "triangolo della Morte" è una zona dello Stretto di Messina relativamente vasta e molto trafficata. I vertici di quel triangolo immaginario toccano: a nord il punto più settentrionale della costa Messinese Punta Peloro, a sud il punto più occidentale dello Stretto a Capo Scecco(vicino Catona) e a ovest il punto più a nord a Torre Cavallo.
Fin dai tempi più antichi quest'area triangolare è stata osservata con sospetto dai più grandi esploratori come Ulisse, perché sembrava che fosse abitata da animali sconosciuti e che dalle sue acque emergessero mostri come Scilla e Cariddi . Perfino Orazio Nelson annotò una cosa simile nel suo diario di bordo.
La fama e il mistero sono aumentati dall'ottocento in poi, diventando un vero caso internazionale dal 1859, quando lo attraversò Garibaldi con i Mille, che scrisse nelle sue memorie "questo è un mare maledetto. Ho perso 30 dei miei uomini risucchiati dal mare". In queste poche pagine, l'Eroe dei due Mondi afferma che avvolte dalla nebbia sparirono tra maggio e giugno di quell'anno, di 12 navi ed un numero imprecisato di barche da pesca, e di quegli uomini non si seppe più niente. Queste memorie sono state precedute da alcuni articoli risalenti al 1783, anno di uno sconvolgente terremoto, che raccontavano inspiegabili sparizioni di navi in quelle acque .
Fatto sta che dopo le annotazioni di Garibaldi vi sono state altre sparizioni nell'area del triangolo maledetto che si fermarono nel giorno del terribile terremoto del 1908. Se però siano dovute agli alieni o a dei fenomeni naturali, nessuno potrà mai saperlo. Certo è che questo mistero piace moltissimo al mondo del cinema, e soprattutto ai turisti, che continuano a guardare con sospetto e paura quel tratto di mare così pericoloso.